19 giugno, 2008

Mme Chowkin in Phnom Penh

Ultimo giorno nella capitale cambogiana. Questo pomeriggio parto per Vientiane, dove mi vedrò con Filippo e Sara.
Che dire di questi giorni a Phnom Penh... beh, l'impatto è stato abbastanza forte. Ormai ho preso l'abitudine di esplorare le città girando un po' a caso, evitando espressamente i posti di interesse turistico, per vedere davvero come vive la gente. Così la prima passeggiata è stata un po' uno choc. Non mi aspettavo di trovare una situazione di degrado così grave. Il fatto è che Siem Reap lascia un’impressione falsata della Cambogia. Pur essendo una città molto povera resta comunque il principale centro turistico del paese e la differenza rispetto a Phnom Penh è netta.
La cartina di tornasole sono i bambini. La maggioranza di loro, a Siem Reap, gioca tutto il giorno ai margini della foresta, si arrampica sugli alberi o fa il bagno nel fossato che circonda l’Angkor Wat. Certo, alcuni vendono souvenir e guide turistiche, alcuni magari si fanno pagare dopo che gli hai scattato una foto. Ma a Phnom Penh i bambini che chiedono l’elemosina sono la regola. Così i mutilati. Insomma, il primo giorno specialmente, ho provato un grande senso di malessere. E anche di rabbia verso me stessa, per non sentirmi adeguata, in grado di tollerare scenari così desolanti. Le strade piene di spazzatura e di mendicanti che chiedono l’elemosina agli stessi cambogiani; nei mercati banchi di carne letteralmente assaliti dalle mosche; in troppi angoli della città un odore a dir poco bestiale… So già che, trattandosi di un sentimento intenso, in futuro la mia memoria troverà il modo di restituirmelo come un ricordo positivo. Andrà a mescolarlo con altre cose, il Wat Phnom, il Palazzo reale, il lungo fiume, i molti edifici coloniali che restituiscono un’immagine comunque pregevole della città.
Pro e contro dell’essere da sola: la possibilità di potermi guardare davvero intorno, di non perdere nemmeno il minimo dettaglio, di fermarmi a pensare a tutto quello che mi si presenta di fronte qui è controbilanciata da un sentimento di profonda tristezza.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

"So già che, trattandosi di un sentimento intenso, in futuro la mia memoria troverà il modo di restituirmelo come un ricordo positivo."

Quanta saggezza!
Cmq la solitudine rende tutto più intenso e profondo.

elenainviaggio ha detto...

Ciccina,ricordo quando alle miniere di Potosi in Bolivia mi sono trovata di fronte a un bambino completamente coperto di polvere, viveva con la sua famiglia alle falde della miniera, in mezzo al nulla. Il loro lavoro era sorvegliare la miniera e il bambino vendeva pezzetti di minerali ai turisti...
Ti invidio molto per il tuo viaggio...
ci sentiamo presto un bacio

Unknown ha detto...

Mi avete tirato su il morale...