29 novembre, 2007

La mia droga si chiama Facebook. E mo' so' cazzi.

Un po' per darvi un'idea di cosa intendevo ieri per navigazione a vuoto. Un po' per offrirvi uno scorcio delle dinamiche relazionali qui a Shanghai. Da alcuni mesi dilaga anche in Cina, tra expat ma non solo, il fenomeno Facebook. Credo che anche in Italia stia cominciando a diffondersi, anche se non saprei dire se con la stessa intensità. Per chi non lo sapesse, cito wikipedia, "Facebook is a social networking website that allows people to communicate with their friends and exchange information". "Information" tipo foto, video, messaggi pubblici o privati. E' una sorta di spazio web a metà tra un'email e un blog, per farvi capire. E se ancora non è chiaro di cosa si tratta... iscrivetevi.
Ma veniamo a noi. Anzi a me. Come per tutte le novità, come dire, da "nerd disimpegnato", ho ovviamente sviluppato una dipendenza. Non so quanto ancora durerà. Comunque, la ragione principale che tiene me, le mie coinquiline e, penso, almeno un altro buon 50% degli iscritti incollati a facebook è, di base, che ti puoi occupare indisturbatamente dei fatti altrui. Curiosare tra gli amici degli amici, guardare i loro album fotografici di vacanze o serate, leggere i messaggi (pubblici, ovviamente), vedere se ci sono eventi in città a cui partecipare nonchè chi va a questi eventi ecc. ecc...
Uno dei risvolti più interessanti è capire ad esempio chi, tra i nostri amici/conoscenti uomini shanghainesi, è davvero affetto da Yellow Fever. E qui arriviamo a toccare una piega, che definirei sociologica, del problema. Non ho mai affrontato sul blog il tema della Yellow. In realtà nemmeno quello delle relazioni sentimentali che nascono qui a Shanghai. (Sarà forse perchè non nascono relazioni sentimentali? ops). Comunque: ieri notte, causa un mal di stomaco tremendo che mi impediva di dormire, mi sono messa a curiosare tra gli eventi del Bar Rouge (ovvero uno dei locali più belli di Shanghai, NdM) e sono capitata sul messaggio di una tipa cinese 25enne. Ve lo copio (perdonate quella che sarà la lunghezza del post ma alla fine non scrivo da settimane, dai, potete cazzeggiare ancora un po'?:-)).

Hello Shanghai!
I'm XXX. I'm from Zhejiang province but I spent the past 5 years in Milan, Italy.
Now I come to Shanghai, just arrived few days ago, after found a job in an Italian communication agency in downtown.
It's everything new for me here in the big city.
The first think is to make friends!
I miss so much the many friends I had in Milan so, I want to have many in Shanghai as soon as possible.
If you live in Shanghai, please add me as friend, I will be very happy :-D

Niente di sconcertante, direte voi. Vuole fare amicizia. Se non che, che naive(!), la ragazza ha messo una sua foto semi-nuda nel profilo. Profilo che, tra l'altro, è di pubblico accesso a chiunque. La vostra Silvana Giacobini in erba si è fiondata con straordinaria celerità sulla sua homepage. Il messaggio pubblico datava ieri ora di pranzo. La ragazza alle dieci di questa mattina aveva fatto su un numero come 137 nuovi amici. Tutti uomini in prevalenza occidentali, direi a occhio, tranne una tipa, sempre cinese, che si fa chiamare Lolita, un paio di altre ragazze in parrucca (ehm, ok, su questo non dovrei pronunciarmi dati i miei recenti travestimenti per serate trash ma ormai mi è partita la vena polemica, sorry) e una lapdancer di Tongren Lu. Giuro che non sto cercando di fare la spiritosa. In questi giorni sono acida come non mai, chiedete pure ad Annika e Alice. Vado sull'unico album fotografico che XXX ha pubblicato. Titolo "This is me". Vi lascio immaginare. Tutte foto di XXX, molto carina bisogna dirlo, ovviamente in pose da rimorchio. E vi riporto, già che ci sono, il messaggio che campeggia sotto il suo nome: "XXX is hot hot hot! Tonight will be SEXY LADY!!!".
Posso fermarmi?
Questa è la concorrenza delle cinesi scafate. Per fortuna ci sono anche tante rincoglionite. Ma purtroppo, manco a dirlo, sono le XXXs che escono nei locali dove andiamo noi.
Il titolo obbligato del prossimo post sarà a questo punto: "Come le cinesi scafate hanno condotto l'uomo occidentale al delirio di onnipotenza". Ovvero come la donna occidentale è vittima, suo malgrado, di un fenomeno di dumping sentimentale. Made in China, of course.

28 novembre, 2007

Avvicinamenti

"[...] continuavo ad avere questa visione del mondo immatura e troppo ottimista. Credevo ancora che la riconciliazione fosse possibile; inoltre, com'era lunghiero, per la mia autostima, supporre che potessi essere proprio io la persona che la portava a compimento!" (J. Coe, La pioggia prima che cada).

In relazione con il post precedente: trascuravo da troppo tempo il potere comunicativo di un romanzo. Non so se incolpare il fatto che in casa disponiamo di una rete wireless e quindi, quando si tratta di cazzeggiare, mi lascio maggiormente tentare dalla navigazione a vuoto che non da un libro; o il fatto che non ho, per ovvie ragioni, una ricca biblioteca cui attingere nè, tantomeno, una libreria decente dove trovare dei titoli che mi ispirino. Probabilmente, tuttavia, non è altro che una manifestazione preoccupante di pigrizia. Preoccupante
perchè non c'è niente al mondo in grado di ricondurmi a me stessa più di un romanzo ben scritto. L'ennesima prova che sto ancora fuggendo da me stessa?
Aspetto con ansia la pausa natalizia in Italia per rifarmi del tempo perduto. Se volete farmi un regalino sappiate (ma tanto lo sapete già) che un libro sarà sicuramente il pensiero più apprezzato ;-).

25 novembre, 2007

Vie d'accesso


Nella casa delle CP aspettiamo sempre con ansia l'uscita dell'oroscopo di Internazionale. E' un'attesa che non ha nulla a che vedere con il desiderio di scoprire che cosa ci riserverà il futuro. Il "sapere" di Brezsny ci serve da spunto per compiere atti poetici.
Vi copio/incollo la Bilancia del 23/29 novembre.
"La prossima settimana parla il meno possibile. Cerca invece di comunicare bisbigliando, cantando, ridendo, parlando in rima, usando accenti stranieri, facendo versi di animali e imitando i personaggi dei cartoni. Come astrologo, penso che questo potrebbe renderti libero di esprimere sentimenti e pensieri che finora hai represso. Ti darebbe la forza di accedere a importanti informazioni alle quali né la tua mente da scimmia né quella razionale sono particolarmente interessate."
Ecco, magari la parte sugli animali e i cartoni animati tralasciamola ma, effettivamente, non è un bel consiglio quello di imparare ad ascoltarsi cercando di fare propri mezzi di comunicazione inusuali?
Questa sera sono uscita con Annika a fare fotografie per sperimentare un mio nuovo acquisto: il cavalletto. Non sono abituata ad usare la reflex di notte. E infatti le foto sono venute una più brutta dell'altra. Ma muoversi in silenzio, per spazi bui, alla ricerca di fonti di luce mi ha richiesto uno sforzo di cambiamento di prospettiva
. Ho sperimentato una nuova forma di esercizio mentale. E anche se senza successo, per il momento, ho intravisto una strada che mi piace. Vedremo...

21 novembre, 2007

And the vision that was planted in my brain still remains... within the sound of silence

In questi giorni mi lascio letteralmente trascinare dai pensieri. Qualunque cosa stia facendo sono in balia di un'attività cerebrale incontrollata, che vive di vita propria. Forse sarebbe più corretto parlare di passività cerebrale. Ogni volta che mi ripropongo di trascrivere sul blog ogni idea/riflessione/intuizione che ho avuto (e, davvero, è una produzione incessante) vengo subito catturata da un altro round di pensieri. Oggi in palestra ho composto mentalmente almeno tre post mentre leggevo l'ultimo romanzo di Coe e contemporaneamente pedalavo sulla cyclette. Ma l'assommarsi di pensieri non aiuta a rielabolarli e a forticarli. Se sono troppi, alla fine, tutto cade nella dimenticanza.
Questa iperproduzione mentale credo possa essere attribuita a due fattori:

1. ho ricominciato a leggere (mi sono arrivati alcuni libri dall'Italia);
2. avverto un urgente bisogno di solitudine. La convivenza con Annika e Alice è meravigliosa ma io amo profondamente stare da sola. E qui a Shanghai non mi è materialmente possibile. La mia mente si sta ribellando.

Non ho più scritto sul blog e solo per l'incapacità di fermarmi e decidere di cristallizzare almeno un pensiero.

ps. Filippo ti piace come scusa?

14 novembre, 2007

Metalettura della mia vita

Premessa: questa sera decido di ricominciare a leggere e prendo un romanzo dallo scaffale di Annika: L'attore americano di Rossana Campo. Promette bene.

Momento della lettura. Durata: quattro minuti. Leggo le prime tre pagine e subito mi interrompo.

Momento della riflessione. Durata: due secondi. Devo assolutamente scrivere sul blog. Non so se avete presente l'entusiasmo di quando state leggendo qualcosa e pensate: ma questa sono io. Bastano poche righe: dettagli anagrafici che coincidono, una città in cui ho vissuto, una storia di alcoolismo un po' blando e di vita sentimentale a rotoli...

Momento della scrittura. Durata: adesso. Giusto per riportarvi qualche citazione della mia autobiografia scritta da qualcun altro.
1. "Questa giornata di ottobre è iniziata con un'aura di aggressività e sfiga che aleggia tutt'intorno (...). Poi c'è la storia che sarebbe anche il compleanno della sottoscritta" (io sono nata ad ottobre e il mio compleanno, non so perchè, ma contiene da sempre una nota di sfiga incontestabile).
2. "Sono le cinque del pomeriggio e a questo punto io mi sparo una birra, la prima della giornata, la più tenera, la più innocente" (parole sante, direi che esprimono la vera essenza, diciamo così, del mio sabato pomeriggio tipo).
3. "Scarpino a piedi verso Nation" (toh, a Parigi abitavo esattamente a duecento metri da Nation...) e...
4. ... "visto che sono digiuna mi faccio un panino con merguez e un'altra birretta, quello che ci vuole per restare giovani e snelle" (ecco, queste parole, altrettanto sante, esprimono forse bene l'essenza di una mia merenda tipo, anche se il merguez non è che mi piaccia poi tanto, ma se lo facciamo rientrare sotto la categoria "salume" direi che ci sta benone).

Che dire? Mi sa che torno alla lettura!
Bonne nuit, vostra Mme

07 novembre, 2007

So many thoughts