Sono sempre stata sensibile alle coincidenze. Soprattutto quando escono fuori da un libro o da un film. E così, quando questa mattina ho visto Mysterious murder in Manhattan, ammetto di aver dato forse un peso eccessivo alla scena della resa dei conti, che avviene in un teatro pieno di specchi. Il fatto è che all'interno di questo teatro è proiettata la famosissima scena del labirinto degli specchi de La signora di Shanghai. In quel caso una resa dei conti iperbolica, direi. Sapete che amo un po' drammatizzare. E, dopo avere passato una settimana abbastanza intensa sotto il profilo delle scelte personali, non ho proprio potuto farne a meno. Come se non bastasse oggi pomeriggio ho scelto a caso un altro film, tra quelli mai visti, dal cofanetto di Woody: Another Woman. Un capolavoro che inizia con la Gymnopédie numero 1 di Satie, una delle mie colonne preferite per le elucubrazioni mentali. E già mi potrei fermare qui, forse. Solo che il leitmotiv del film è la ricerca di se stessi attraverso gli altri e, data la metafora dello specchio su cui rimugino da questa mattina, mi è più o meno esplosa un'ossessione. L'unica cosa che vorrei fare è stare seduta sul letto (proprio come sto facendo ora) a scrivere e pensare. E invece, giusto per non allontanarmi prematuramente dalla superficialità della vita shanghainese, ora mi vesto e vado a una festa di compleanno. Ma mi porterò uno specchietto in borsetta, non si sa mai...
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7 commenti:
Colpa mia, e di un mio regalo...
Vieni chez moi!
Ti consolo con immagini di Moleto.
Tuo Orson
Chérie,
vorrei chiederti un favore:
potresti cambiarmi tra i tuoi links (vedi "leggo") con un
Roberto de la Grive.
Ma chère flaneuse, voglio cambiare identità.
Ancora per poco (dai...)
Tuo Orson
ai tuoi ordini mon cher robert. anche se avresti potuto resistere per gli ultimi tre mesetti di blog...
ma sai che ieri sera ho conosciuto il tuo sosia in versione profana?
un bacio
?
dimmi
cosa?
Scrivi:
ma sai che ieri sera ho conosciuto il tuo sosia in versione profana?
Fammi sapere qualcosa!
sei sempre orson, dunque... non avevo capito! Ti racconterò a voce! Mi inviti a cena quando torno?
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