Accanto al casino del traffico va aggiunto poi quello della toponomastica. Ieri ero indubbiamente rincoglionita ma anche oggi, nel pieno delle mie facoltà mentali, non ho fatto altro che perdermi. Il problema di fondo è che ogni via cambia nome ad ogni incrocio. Se ci si aggiunge che non sempre sono presenti i cartelli stradali... insomma non ho mai faticato così tanto ad orientarmi in un posto, sebbene munita di ben due cartine. Domani la risolvo così: devo fare un po' di foto, quindi mi perdo volontariamente.
Ultimo appunto, dopodichè vi mollo perchè non ho più voglia di stare al computer: un 10 e lode alla cucina vietnamita. Non ho ancora assaggiato una cosa cattiva. E' tutto squisito. Io che non ne posso più dei sapori asiatici. Questa mattina la prima missione della giornata è stata andare in un mercato locale a comprare della carta di riso sottilissima che usano nel Nord del Vietnam. Questo perchè devo assolutamente provare a rifare i fantastici involtini di pesce che ho mangiato ieri sera al Little Hanoi. Non i classici involtini fritti. Si tratta di una specialità del posto: in un piatto ti servono del pesce o della carne, in un altro piatto varie verdure, frutti ed erbe aromatiche (in realtà credo ci si possa mettere tutto quello che salta in mente). Accanto a questa marea di cosine portano infine un piatto con dei fogli di carta di riso "crudi", nei quali il commensale deve mettere il ripieno per crearsi da solo il proprio involtino. Ero un po' scettica. E invece è stata una rivelazione. Favolosi! Ho già promesso alla Meimei di prepararle una cena vietnamita appena torno!
6 commenti:
Che avventura, Laura! A me sarebbe già venuto il nervoso o l'esaurimento, a vagare così per città sconosciute caotiche incomprensibili sregolate ecc ecc Certo, il buon cibo consola sempre ;-)
A proposito di Kim Ki-Duk, Ferro3 non l'ho ancora visto, ho iniziato a vedere i meno famosi, mi sa che lo lascerò per ultimo, anche io non ero particolarmente attratta dai film asiatici in generale, ma Kim Ki-Duk è stata una scoperta stupenda. E' proprio come l'Asia, cioè, della mia idea di Asia: tutto strano, ma uno strano bello.
beh ile, ti dirò che sono ben contenta di andare a siem reap ora... un po' di quiete tra i templi di Angkor Wat non mi farà certo male, dopo mesi e mesi vissuti nel caos totale! Bisogna dire che Shanghai è stata una grande palestra, forse se arrivassi dall'Italia sarei totalmente disorientata... ma pure più affascinata probabilmente!
inutile dire che mi auto-invito alla cena viet...
come sai sono inappetente ma potrei fare uno sforzo...
....anche io voglio venire alla cena viet ;-)
baci
enrica
eccerto tesors!! ho una scorta di fogli di carta di riso con cui potrei sfamare casale intera...
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