E' andata. Due giorni fa ho fermato il volo del rientro in Italia per il 6 luglio. Di voi, solo chi è stato a trovarmi e ha visto quanto ero/sono felice a Shanghai può capire il peso questa decisione. Chiaramente, se ci sono arrivata, è perchè sono riuscita a prenderla (più o meno) serenamente. A Shanghai sto ancora bene ma, sostanzialmente, comincio a patire troppo le carenze sentimentali e culturali di questa città. Vivere qui è come avere una relazione patologica con un uomo. E' tutta una questione di alti e bassi. O stai benissimo o stai a pezzi. Quando sei giù saresti disposto a mollare tutto da un momento all'altro, ma quando ti riprendi e vedi che vai subito a mille, hai un'illusione della felicità che ti frega in un nanosecondo. La vita di questa città è veramente una droga. La vita dell'expat, intendo. Ma anche quella degli indigeni, tutto sommato, non è così diversa. Gli shanghainesi vivono nell'illusione di poter fare tutto. Ed è davvero difficile sottrarsi a un rapporto malato o uscire da un delirio di onnipotenza. Io, in questi ultimi tre mesi, ovvero dal momento della mia "rinascita interiore" ('sto termine new age fa abbastanza accapponare la pelle ma passatemelo, va', che non me ne vengono in mente altri), ho deciso di non cedere più alle lusinghe di questa città tentatrice. Prima mi ero posta un limite un po' blando, ovvero: approfitto appieno della mia permanenza in Asia per visitare un po' di paesi che altrimenti chissà quando avrei l'occasione di vedere. Poi, una serie di circostanze hanno fatto precipitare la situazione: il matrimonio di S. che, comunque, mi avrebbe riportata in Italia a fine agosto (non scrivo il nome solo perchè non so se è stato reso ufficiale o meno dagli interessati); lo scadere del contratto di affitto a giugno e, negli stessi giorni, del mio visto semestrale; la possibilità di tornare in Italia per i mesi estivi, per avere il tempo di pensare a cosa fare della mia vita. Ecco tutto.
Per cui, il mio rientro in Italia è fissato. Ho ancora un progetto in cantiere, prima di partire, di cui vi renderò partecipi prossimamente... Intanto, la grande notizia ve l'ho data!
Buona giornata, vostra Mme (sempre lacrimevole ma tutto sommato abbastanza contenta di se stessa)